POTENZA, FIRMATO IL PIANO CITTA’ CON UNIVERSITA’, REGIONE E DEMANIO “IL BUCO” PUO’ ATTENDERE

INTANTO E’ DA PIU’ UN ANNO CHE SI ATTENDE L’ACQUISIZIONE DEL TERRENO A PIAZZA DELLA COSTITUZIONE NONOSTANTE LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE

“L’Agenzia del Demanio, il Comune di Potenza, la Regione Basilicata e l’Università degli studi della Basilicata hanno sottoscritto un accordo per la rigenerazione del patrimonio immobiliare della città” Questa è l’introduzione del comunicato del Demanio. “Il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, il Sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca, il Vice Presidente della Regione Basilicata, Pasquale Pepe, e il Prorettore vicario dell’Università degli studi della Basilicata, Onofrio Mario Di Vincenzo, hanno firmato il Piano Città degli immobili pubblici di Potenza, un patto istituzionale per pianificare in modo integrato il patrimonio immobiliare  pubblico della città in un’ottica di rigenerazione urbana e partecipazione della collettività” Questi i protagonisti e le intenzioni. E questi i beni coinvolti:
Immobili di proprietà dello Stato coinvolti nel Piano Città:

  1. Palazzo degli Uffici Governativi, corso XVIII Agosto 1860, 42-44-46/corso Garibaldi 119-141
  2. Caserma Lucania, via Ciccotti, 3
  3. Ex Biblioteca Provinciale, corso Garibaldi, 4
  4. Aree Sottostanti Ponte Musmeci, viale del Basento, 106

Immobili di proprietà del Comune di Potenza coinvolti nel Piano Città:

  1. Ponte Musmeci, viadotto del Basento
  2. Palestra Coni, via degli Olmi, 3
  3. Scuola Torraca, via Beato Bonaventura, 11
  4. Ex deposito carburanti Betlemme, via Appia
  5. Terreni ex demaniali area verde, via Fabio Filzi Snc

Immobili di proprietà della Regione Basilicata coinvolti nel Piano Città:

  1. Area ex Cip Zoo, via della Fisica, 18
  2. Ex Centrale del latte Vivalat, viale del Basento, 118
  3. Edificio ex sede Dipartimento Agricoltura, via Vincenzo Verrastro 10

Immobili di proprietà dell’Università degli studi della Basilicata coinvolti nel Piano Città:

  1. Ex Facoltà di Ingegneria, via Della Tecnica Snc
  2. Edificio in costruzione, via Della Tecnica Snc
  3. Ex Facoltà di Lettere, via Raffaele Acerenza Snc
  4. Ex Serre, via Fabio Filzi Snc

Intanto il terreno, detto il Buco, che affaccia in piazza della Costituzione, non è ancora stato formalmente acquisto dal comune, nonostante la sentenza del consiglio di stato (Leggi qui). Sembra che il dirigente e gli altri preposti continuino con la singolare interpretazione del voler pagare a “ogni costo” gli oneri di urbanizzazione al costruttore, contestualmente alla presa in possesso del bene, che è stato oggetto di tentata ingiusta sottrazione, da parte della ditta che ha realizzato le palazzine. La sentenza della cassazione si riferisce alla sola cessione del terreno e non a pagamenti diversi. Invece dal comune la interpretano, per di più senza che vi sia una “formale” richiesta da parte del privato, come l’applicazione di quanto scritto nella convenzione di oltre 20 anni fa che prevedeva la realizzazione, non realizzata a causa dell’azione della ditta,  di una struttura di oltre 20mila metri quadrati da parte del comune. In tempi e con caratteristiche diverse. Senza considerare eventuali danni causati. Le carte dal comune, oltre quelle pubblicate sul sito, non le fanno vedere nonostante le richieste di accesso civico. Hanno mandato Pec vuote, dicono per errore, e documenti di cui Lucania Oggi ha comunicato di essere in possesso avendone trattato nei diversi articoli. I successivi solleciti non vengono soddisfatti come è previsto dal decreto sull’accesso civico 33/2013. Di tutto questo la segretaria generale, che è stata informata a mezzo Pec, continua a non fornire risposte. Probabilmente solo l’intervento degli organi preposti potrà chiarire se il comportamento del comune è corretto o in qualche modo ci sia una sorta di omissione. Intanto vogliono esborsare oltre 530mila euro senza batter ciglio. Eppure ci sarebbe molto da dire, su molti aspetti della faccenda, di cui LucaniaOggi si è occupata. Per esempio gli scomputi e la valutazione attuale del bene. Soprattutto in questa ennesima fase acuta di magra nella quale non ci sono i soldi per pagare, per esempio, gli stipendi dei dipendenti dell’Acta. Una storia davvero singolare che richiede chiarezza. Un episodio che sembra più a favore dei privati che del comune.