PARCO FLUVIALE, NESSUNO CHIARISCE SE E’ TUTTO LECITO
E INTANTO I POTENTINI APPREZZANO, MA DI BUROCRAZIA E REGOLE NON VOGLIONO SENTIRE
La questione parco Basento fa discutere ancora. Piace a molti ma i dubbi sulla legittimità e regolarità su cosa sta accadendo restano tutti. Al comune sono molto evasivi e le parole usate sono tante, ma hanno poco o quasi nulla di tecnico ed evidentemente non reggono. Sembrano il tentativo di evitare il problema con motivazioni senza fondamenta giuridiche e molto creative. E anche chi si occupa di burocrazia e controllo risponde anche con argomentazioni tipiche dei politici evasivi. Resta il fatto, come era stato detto in un articolo pubblicato anche sulla Gazzetta di Basilicata (leggi qui), che le autorizzazioni per usare l’area demaniale lungo il fiume le concede la regione. E da quella di cui si è potuto leggere i contenuti si capisce chiaramente che quanto è stato fatto sembra non conforme. Sono state concesse dalla regione in seguito a una semplice richiesta; senza bando. Leggendo l’autorizzazione si evince che si sarebbero potute praticare attività culturali e d’intrattenimento con l’utilizzo di gazebo adatti alla sola protezione dal sole. Come è stato confermato dall’autorità regionale che gestisce il territorio. Invece è evidente a tutti ormai che sono sorti punti di ristoro, birrerie e bar all’aperto a scopi prettamente economici. In cambio un versamento di soli 210 euro per tutta l’estate a favore della regione Basilicata. L’autorità di bacino pur se venuta a conoscenza di questa stortura tutta da chiarire pare non stia approfondendo in quanto non è pervenuto alcun segnale. Anche il neo assessore regionale all’ambiente, Gianni Rosa, sembra non voler affrontare il tema; nonostante sia stato chiesto più volte alla sua segreteria di far pervenire la richiesta all’assessore, fin ora scena muta. Sembra aver perso tutta la puntigliosità che ha dimostrato di avere quando era all’opposizione. Si sa, quando si passa al governo certi temi vanno trattati coi guanti bianchi. Proprio ieri sono stati riaperti i due punti di ristoro, con grande successo, che erano stati bloccati in seguito al clamore delle lamentele dell’associazione “Insieme” che si occupa di recupero di tossicodipendenti, ludopatici e alcolisti. Erano presenti sindaco, assessori e consiglieri a consacrare quella che molti di loro definiscono “un’idea innovativa da premiare”. “L’associazione Insieme” si è lamentata dell’apertura di un punto di somministrazione di alcolici nella parte di argine proprio sotto la loro porta. Ben visibile dai ragazzi ospiti, quelli che dalla bottiglia hanno difficoltà a liberarsi, che soffrono del così detto “craving”. E per questo ci sono stati degli incontri con i dirigenti e il neo assessore comunale alle politiche sociali, Fernando Picerno. Dall’associazione hanno avuto garanzie dell’inoltro di una proposta all’occupante per una soluzione che non sia per loro dannosa. Anche in rispetto del loro ruolo nella comunità regionale. Quello di combattere la cultura dell’alcolismo e delle dipendenze, oltre che aiutare chi ne è vittima. In questo ambito le vittime, anche per suicidio, sono diverse e chi è chiamato a gestire una comunità non può non tenerne conto. Invece si è scoperto che tutto è scorso comodamente sotto i ponti e più nulla “Insieme” ha saputo. Da qui una sorta di naturale contrarietà e delusione rispetto a quella che pare unire il danno alla beffa. In questo caso il comune avrebbe dovuto far valere il principio adottate per le scuole per le sale giochi: della lontananza di almeno 500 metri deliberato dallo scorso consiglio comunale. Sicuramente non basta l’ordinanza del sindaco che prevede il divieto di vendita di alcolici superiori a 21 gradi che hanno per esempio gli amari; perchè come diceva Totò “è il totale che fa la somma” “Sembra una sorta di toppa peggiore del buco” E poi c’è la sopraintendenza che sta esaminando la situazione. Ci sono stati sopralluoghi e in funzione delle proprie competenze il dirigente preposto deciderà se e in che modo intervenire. La sensazione netta è che tutti sanno, addetti ai lavori e non, che quanto sta accadendo sembra non conforme alle norme e alle relative autorizzazioni, ma che nessuno voglia rompere il giocattolo alla “movida potentina” che si sa per alcuni rappresenta anche un bacino elettorale.