LA DIFESA A OGNI COSTO DI UN “MANAGER” CHE SEMBRA ESSERE SULLA STRADA DEL TRAMONTO
LA NOTA DEL DIRETTORE BARRESI SFUGGE DAL TEMA PRINCIPALE
LA DIFESA A OGNI COSTO DI UN “MANAGER” CHE SEMBRA ESSERE SULLA STRADA DEL TRAMONTO
La replica del San Carlo (Leggi Qui) sulla paventata azione legale a cura dell’avvocato napoletano che dovrebbe agire contro la gran parte della stampa lucana e la CGIL, offre diversi spunti e un quadro a tinte fosche da illuminare a dovere. Un fronte aperto anche con buona parte dell’opinione pubblica, che vede nello storico ospedale regionale un solido punto di riferimento, pur se, com’è fisiologico, criticato per alcune disfunzioni. Che si sia giunti a questo clima è davvero incredibile. Con la nota stampa il direttore fa sapere che nessun avvocato era immediatamente disponibile e quindi se ne è scelto necessariamente, per l’immediata disponibilità, uno di altro foro. L’immediatezza appare più a uno stato d’animo che una necessità, considerato che ci sono 90 giorni per denunciare. Si evita però di rispondere alla questione tecnica sollevata. Intanto sembra che non basterebbe indicare sommariamente che l’ufficio legale dell’azienda non ha il tempo per seguire la pratica e che nessun altro era disponibile; andrebbe formalmente documentato. Sull’anomalia formale dell’aggiornamento dell’elenco dei legali collaboratori esterni ha sorvolato; l’iscrizione del legale in questione sembra sia avvenuta fuori i termini previsti indicati nella determina che delinea le regole “ alla quale si fa espresso riferimento nel documento d’incarico” E’ previsto che nei “casi di particolari contenziosi” si possa incaricare altri avvocati fuori elenco; Con la nota si afferma che l’incarico è fiduciario. Delle due l’una: o è fiduciario, quindi non v’era la necessità che fosse nell’elenco, o, come si è fatto, si è attinto dall’elenco ma incaricando un avvocato inserito fuori dai termini. Si afferma anche che gli attacchi sarebbero stati soprattutto di tipo personale, verso il direttore, che ha preferito non rispondere. Alla luce di queste affermazioni è giustificato dedurre che il direttore tende a difendere se stesso, servendosi dell’azienda per la difesa. Un manager pubblico, ha il dovere di rispondere anche alle critiche, soprattutto se ingiuste, come sostiene siano. Fra le righe si tira dentro anche il personale medico e infermieristico. A giudicare dai comunicati contro il management: dell’associazione degli anestesisti, di sindacati del personale, oltre che di ex stimati capodipartimenti corsi in aiuto morale dei colleghi “sembrerebbe” che il direttore non abbia ben inteso le loro chiare lamentele, quelle pubbliche. Ovviamente le tante sottaciute restano tali. Risulta che molti hanno timore a esprimersi liberamente; percepiscono che le sanzioni siano dietro l’angolo; si racconta che siano esponenzialmente aumentate dall’insediamento dell’ultima gestione. L’attacco alla stampa fa immaginare che possa essere plausibile; sembra un modo costante “del personaggio” di affrontare le questioni; sarà legittimo pensarlo? Alcune affermazioni nel comunicato sembrerebbero un’interpretazione “capziosa” Infatti sono evidenti delle contraddizioni: si legge che “si sparerebbe a zero sul personale per la mancanza di percorsi e dispositivi di protezione che inficerebbero la loro sicurezza” Poi però si ammette che “il management ha fatto sforzi per “reclutare” tutto il possibile in un mercato alterato per la situazione – E poi – è difficile trovare i prodotti in questa fase il cui mercato è alterato” E’ noto che le dotazioni erano insufficienti per affrontare l’ondata Covid. E’ chiaro a tutti; negarlo è inutile! Da ciò si deduce che il personale sia la vittima di questa fase, e la solidarietà gli è stata espressa in tutti i modi a tutti i livelli. Con qualche, umanamente comprensibile, espressione di rabbia quando si sono visti spegnere cittadini stimati, per gli evidenti ritardi sotto gli occhi di tutti, nel dare loro la necessaria assistenza. A chi eventualmente imputarli nel complesso mondo sanitario regionale sarà compito di chi di dovere. Personale probabilmente vittima anche dell’incapacità del management, compreso quello regionale, di prevedere per tempo le necessità per affrontare una pandemia annunciata. In fine appare improprio che l’azienda si sostituisca alla task force: con la nota sono elencati i dati regionali nel loro insieme e non quelli dell’azienda. Tutto questo fa immaginare che si tratti di un’azione tesa a spostare il tema, sorvolando sui dovuti chiarimenti, su punti di cui i cittadini ne sono informati. Sia perché li vivono sulla loro carne viva, sia perché se ne parla, non solo attraverso i mezzi ufficiali e quelli “vicini” La verità in una piccola realtà come quella lucana non è possibile nasconderla. Chissà che le querele promesse non siano lo strumento per fare luce su come l’attuale gestione si è mossa anche in questa vicenda.