SE SI PARTE DAL CROB, SECONDO AGENAS

UN PIANO SANITARIO REGIONALE CHE SI INCENTRA SUL CROB PARTE INADEGUATO!
A proposito di piano sanitario regionale. Sono dell’altra settimana, il 26 e 27 gennaio, gli incontri coi consiglieri regionali prima e con le forze sociali: sindaci, sindacati e associazioni di categoria e dei malati, poi, che la regione ha voluto per trarre spunti e proposte. Si sono affidati a Domenico Mantoan, direttore dell’Agenas (Agenzia Nazionale Servizi Sanitari Regionali), per avere una sorta di mappa. Se tanto da tanto, forse non è il modo migliore per redigere un piano serio e all’altezza. Il segnale inequivocabile è nelle prime parole del direttore: “la Basilicata ha bisogno della rete oncologica e deve affidare un ruolo centrale al Crob di Rionero che dovrà diventare un centro di eccellenza” A chi segue la sanità, quindi il Crob, questa premessa è stata una sorta di cazzotto all’intelligenza. Per due motivi fondamentali, fra i tanti: se il Crob “dovrà diventare un’eccellenza” significa che, contrariamente alla propaganda dei decenni scorsi, oggi non lo è. Non è una sorpresa per chi conosce bene le cose. E poi della rete oncologica: chi scrive si occupa del tema già da circa 15 anni, con dibattiti e inchieste giornalistiche. Purtroppo nulla è stato fatto. Ed è il Crob a doverla gestire. Negli anni si è dimostrato inaffidabile per molti versi, in merito ai ruoli che gli sono stati affidati. Sono state diverse le occasioni nelle quali si sono auto assegnati premi e riconoscimenti, poi dimostratisi fittizi o addirittura irreali. Ne sono testimoni i diversi articoli di chi scrive coi quali è stato dimostrato, fra gli esempi più eclatanti: che non è fra i migliori otto ospedali italiani, come ebbero a comunicare, ma fra gli otto che si occupano di ricerca sui tumori; Che non hanno ricevuto un premio, come unici in Italia, sulla gestione del dolore. Era una società privata americana che nulla ha a che vedere con l’assegnazione di meriti in Italia. Oppure sul numero di malati di tumore: per anni sono usciti dati che con la realtà non hanno aderenza. Ci sono volute diverse inchieste giornalistiche, con le quali è stato dimostrato che la realtà, alla base per progettare un piano regionale sulla cura dei tumori, era sottodimensionata e, quindi, ben diversa. O sulla efficienza della ricerca. Sempre al filo per il rinnovo di istituto di ricerca con l’Impact Factor (qualità della produzione scientifica divulgata sulle riviste specializzate). Il minimo necessario per i centri di ricerca oncologica, come indica il decreto legislativo del 23 dicembre 2022, n. 200, sarebbe sopra i 900 l’anno, Il Crob per il 2021 ne ha prodotti 250, per il 2022 si presume che sia in linea al 2021. Sulla base di questi numeri si può immaginare che è un fallimento. L’ultimo esempio evidente che la macchina della propaganda ha lanciato “sul mercato” a partire dall’assessore Fanelli, giovane avvocato prestato alla sanità, come noto materia ostica, ha riguardato l’accreditamento della Biobanca del Crob (servizio di conservazione di parti di pazienti operati a scopo di ricerca): UEI 9001:2015. E’ stato detto che è un grande passo in avanti per la ricerca e l’eccellenza del Crob. In realtà si tratta di un accreditamento che riguarda la struttura che è proprio di tutte le aziende, anche non sanitarie. Questo accreditamento è necessario per tenere aperto il servizio. Fa specie che lo abbiano richiesto e ottenuto solo ora. La certificazione che, invece, ne sancirebbe lo spessore scientifico: è la ISO 20873 del 2018. Come conferma la dottoressa Carmela Cuomo. Oggi in aspettativa dal Crob, perchè impegnata con altre specializzazioni. Ha realizzato e gestito per molti anni la Biobanca da quando è stata creata dal direttore Rocco Maglietta, nel 2011. Fu lei a segnalare, perchè preoccupata, dopo diverse richieste alle direzioni del Crob, lo stato “precario” in cui versava la struttura che gestiva. Intervennero i Nas. Che a quanto pare hanno prescritto le minime necessità strutturali per poter avere un servizio come la Biobanca. E se Mantoan e l’Agenas intendono partire dal Crob, al centro dei servizi oncologici per i lucani, per altro con costi di tutto rilievo, non c’è da essere fiduciosi. Perché loro hanno sicuramente i dati reali.

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