SANITA’ LUCANA FRA TENUI LUCI E OMBRE PROFONDE

AL SAN CARLO VITTO DI BASSA QUALITA’ E SITUAZIONE ALBERGHIERA DA RIVEDERE, SECONDO GLI UTENTI

-L’ospedale San Carlo di Potenza si potrebbe paragonare a uno quegli alberghi romani che hanno una bellissima hall, ma giunti nelle camere diventano una delusione, quantomeno strutturale. In particolare il padiglione C, uno di quelli che ha più anni. A partire dai bagni delle camere. Datati e probabilmente fuori le attuali norme. Bagni che sembrano più quelli dello spogliatoio di una fabbrica; con bidet datati dalle incrostazioni tipiche del tempo, che produce la ruggine in alcune parti; letti non comodissimi. Discorso a parte meritano le vivande: di bassissima qualità, secondo molti pazienti. Roba cucinata fuori dall’ospedale che arriva ai letti probabilmente ore dopo la loro cottura. Per esempio la pastina: scotta e insapore, che sembra preparata col dado o la polvere. Carote scondite per contorno e un cestino di ricotta imbustata, il più delle volte, con rare eccezioni di prodotti che comunque poco hanno a che vedere con la cucina mediamente soddisfacente. Servita nei piatti di plastica sigillati. Gli stessi infermieri confermano che la gran parte dei pazienti si lamenta, e molto. In alcuni reparti le strumentazioni con segnali acustici nelle postazioni degli infermieri, suonano giorno e notte in continuazione, rendendo in alcune stanze nelle prossimità, davvero impossibile riposare. Eppure chi ha problemi di salute deve poter riposare. E’ fra le diverse necessità riconosciute dai protocolli e “carte dei diritti dei malati” Oltre al via vai di infermieri e personale che tiene desta l’adrenalina. Un problema “alberghiero” che sembra interessare poco a chi è preposto ai modelli organizzati di una realtà delicata come quella della cura della salute. Perlomeno rincuora l’impegno di molti infermieri, spesso giovanissimi. Chiamati a supplire, appunto, alla mancanza di quella organizzazione che non è di loro competenza. Al di là dell’apparente capacità dei singoli professionisti medici, che all’occhio del profano, non in possesso dei dati sugli esiti, rendono l’idea di un buon livello di assistenza. In qualche caso eccellente in altri normale o mediocre, come in tutte le realtà lavorative. E questa percezione, definita: “qualità percepita dall’utente” viene confermata dall’Agenas – l’agenzia del ministero della salute, che valuta le prestazioni sanitarie nelle regioni – Infatti, la Basilicata, che ha al centro delle sue prestazioni l’ospedale San Carlo di Potenza, pur se risultata fra le adempienti per i Livelli Essenziali Assistenziali, ha dietro soltanto della Campania, con uno scarto di 4 punti. 172 ne ha ricevuti la Basilicata, contro i 222 della prima: il Veneto. Il punteggio è una media derivante da circa cinquanta voci. Il “dramma” sono le diverse voci con l’asterisco: “Adempiente con richiesta di assolvere ad uno specifico impegno” Evidentemente non soddisfacente. Fra queste ci sono quelle che hanno impatto diretto coi cittadini: Assistenza ospedaliera; Liste d’attesa; Assistenza domiciliare e residenziale; Sistema Fascicolo Sanitario Elettronico ‐ FSE; Percorso nascita; Cure primarie; Gioco d’Azzardo Patologico (GAP); Rete dei centri di senologia. Nonostante questa situazione la voce: “Obiettivi Direttori Generali” viene considerata come adempiente. Una contraddizione in termini evidente. Un quadro che rende la Basilicata nel mondo sanitario non confortante e non all’altezza delle esigenze dei cittadini, che vivono sulla loro pelle il disagio provocato dai modelli organizzativi ormai datati. La concertazione e la collaborazione fra le varie componenti della società, a partire dagli utenti, dovrebbe avere sbocco nella partecipazione alla programmazione, spesso sovrastata dalla propaganda di convenienza del momento. Chissà quale sarà il risultato dell’indagine conoscitiva che il San Carlo ha lanciato coi totem installati in alcuni corridoi in modo random.

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