IL BUCO DELLA DISCORDIA A POGGIO TRE GALLI

RISCHIA DI ERODERE ANCORA LE CASSE DEL COMUNE DI POTENZA
“Il lupo perde il pelo, non il vizio” Con questa massima si potrebbe riassumere questa storia. Bene informati sostengono che al comune di Potenza sarebbe arrivata una richiesta di rimborso dalla ditta “Mancusi srl”, che ha realizzato le palazzine a poggio tre galli intorno intorno alla ”piazza della costituzione” per opere di urbanizzazione, per la somma di circa 4/500mila euro. Riferiti alla cubatura rimasta da realizzare in quello che ormai è identificato come “il buco” Dopo vent’anni di cause, fino alla cassazione, i Mancusi hanno ceduto al comune quell’area, come previsto dalla convenzione del maggio 2004. Una pretesa, quella di tenersi l’appezzamento, che è sembrata “pretenziosa oltre i diritti” I giudici in conclusione hanno dato ragione al comune, condannando i Mancusi al pagamento delle spese processuali. La richiesta di rimborso è relativa a un’opera che non ha ancora visto neppure la posa della prima pietra. Il “buco” dovrebbe essere “colmato” dal comune con una palazzina di servizi al quartiere, opera di urbanizzazione pubblica, di 40mila metri quadrati; Una decina di anni fa, con diversi articoli pubblicati sulla “Gazzetta di Basilicata” vennero evidenziati molti dubbi sullo scomputo di oneri e costi di cui la ditta Mancusi ha già beneficiato. Anche di opere che sembrano più private che pubbliche. Per esempio: i muri di sostegno dei garage privati sottostanti le palazzine, o le pensiline davanti le attività commerciali che sono private, per una non trascurabile cifra – sono scomputabili solo quelle pubbliche, come strade, parcheggi, fogne e servizi strettamente necessari alle strutture realizzate – Fu inspiegabilmente “abbonato” anche un milione e 400mila euro di “costi costruzione” E’ una tassa che può essere non pagata dai costruttori solo in due casi: edilizia pubblica o convenzionata: come, per esempio, le cooperative. Non è questo il caso. Dal comune, nonostante la “circostanziata denuncia a mezzo stampa” non hanno mosso un dito. Il sindaco era Vito Santarsiero, il fratello del sindaco era il direttore dei lavori. Come è noto i Santarsiero hanno legami di parentela coi Mancusi; i costruttori, per assurdo e nonostante tutto, pretenderebbero altri soldi. Hanno reso inutilizzabile dal comune, e dai cittadini, per vent’anni l’area, indebitamente pretesa. Il rione e l’intera città hanno subito un ulteriore danno; non da ultimo il deturpamento dell’area; per tutti questi anni sono stati lasciati “in bella vista” all’aperto e in stato di abbandono, attrezzature e materiali da cantiere. Come direbbe qualcuno: “è la politica bellezza” Oggi nella giunta comunale è presente la moglie di uno degli eredi dei Mancusi: Alessandra Sagarese. Passata dal PD della scorsa legislatura alla destra di Guarente di questa. Pare che l’assessora, alla pubblica istruzione, abbia goduto della “protezione politica” del sindaco. In particolare quando avrebbe dovuto cedere il suo posto di assessore. Come è accaduto per tutti gli altri. La domanda naturale che si pongono in tanti è; se, essendo la moglie di un imprenditore interessato ai lavori pubblici nella città, considerata la “protezione del sindaco” e il suo ruolo nella giunta comunale, le scelte del comune si possono considerare asettiche. Intanto, durante i lavori di un’apposita commissione sul problema specifico di settembre scorso, è stato chiesto ai tecnici comunali un parere sulla richiesta dei Mancusi; a oggi ancora non è stato formulato. Soprattutto se la richiesta trova precisa giustificazione nel complesso del dare avere. E nonostante la sentenza della cassazione, ancora mancherebbe l’atto di acquisizione al patrimonio dell’area da parte degli uffici preposti. Potrebbe anche essere l’occasione per verificare se il conteggio che è stato fatto sugli scomputi è stato rispettoso delle normative o se vi siano stati errori.

(Le foto provengono dal web)



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