QUEL BUCO STA PER DIVENTARE UNA MINIERA D’ORO PER QUALCUNO
IL DIRIGENTE FACENTE FUNZIONE ALL’URBANISTICA HA CHIESTO DI METTERE A (FUORI) BILANCIO 586.107,77 EURO PER LA DITTA MANCUSI
Il giorno stesso della diffusione dell’articolo “IL BUCO DELLA DISCORDIA A POGGIO TRE GALLI “ è venuta alla luce una determina sul tema. L’ha firmata il 31 dicembre scorso l’ingegnere Giuseppe D’onofrio, facente funzione come dirigente dell’urbanistica della città. Ha citato una serie di normative e la convenzione fra il comune e la ditta Mancusi, siglata nel 2004 dall’amministrazione comunale allora guidata da Gaetano Fierro. D’onofrio chiede che si preveda la cifra di 586.107,77 euro da pagare ai Mancusi. Tutto chiaro tecnicamente e giuridicamente secondo il firmatario. Se non fosse che nella delibera non c’è riferimento alle verifica di quanto e come è stato realizzato per le dotazioni, progetto alla mano, e se la convenzione a tutti gli effetti può essere considerata tutta inappellabile e ineccepibile. Anche in considerazione dell’atteggiamento della ditta Mancusi che in barba alla stessa convenzione pretendeva che quel lotto che si è impegnata a cedere rimanesse di sua proprietà. Ci sono tecnici credibili e di esperienza che dicono che sarebbe doveroso un controllo: progetto e convenzione alla mano prima di sborsare un euro. Poi c’è la questione dei costi di costruzione. Secondo la convenzione sarebbero stati scomputati (quindi pagati) dalle spese per le opere di urbanizzazione: fogne, parcheggi pubblici, illuminazione pubblica eccetera. Secondo un parere del consiglio di stato (leggi qui) non è possibile scomputarli. Probabilmente perchè è difficile controllare le spese per gli oneri. Mentre la tassa, che sono i costi di costruzione, ha un importo definito. Secondo i tecnici, la verifica principale che andrebbe fatta è: se la quota parte degli oneri richiesta dalla ditta Mancusi, inerente la palazzina, mai costruita sull’appezzamento ceduto dopo la sentenza della cassazione al comune, sia stata effettivamente impegnata. Proprio perchè non è stata posta la prima pietra. E poi si rinnova la questione sull’eventuale danno derivato dall’abbandono dell’area e l’impossibilità a essere utilizzata per tutti questi anni dal comune. Intanto c’è chi fra le forze politiche di opposizione al comune vuole vederci chiaro e pensa di convocare nella commissione consiliare preposta l’ingegnere D’onofrio per capire il criterio che lo ha portato a determinare la richiesta dell’impegno di spesa. Si tratta di un atto di trasparenza al quale dovrebbero aderire tutti i consiglieri. I dubbi non sono pochi e probabilmente sarebbe necessario un parere tecnico e giuridico data l’entità della somma.