Largo Duomo “Vandalizzato” dal comune
Quella preparata per San Gerardo dall’amministrazione di Potenza sembra una vera e propria ciambotta alla potentina.
Una situazione incredibile, quella che è venuta alla luce durante l’apposita commissione consiliare di oggi. Il tema è quello che sta colpendo di più in questo periodo l’opinione pubblica di Potenza: la pavimentazione di largo Duomo. E’ preponderante sui social e nel mondo politico. Un lavoro che ha colto tutti di sorpresa. Soprattutto il modo col quale è stata rivoltata parte della pavimentazione. Oggi, in seguito al clamore, il cantiere è fermo. Durante i lavori, nella commissione sono venuti alla luce molti aspetti in qualche modo “inquietanti” Solo a lavori iniziati è stato chiesto il parere della soprintendenza. Il progetto presenta diverse lacune e contraddizioni. Nonostante si trattasse di manutenzione con ripristino delle basole vulcaniche esistenti, è stato previsto dal progettista, esterno, un massetto con rete elettrosaldata che non può essere utilizzato per quelle basole. Come se fosse stata già considerata l’idea di cambiare la pavimentazione nonostante il bando fosse chiaro. “Manutenzione e ripristino” In effetti la pavimentazione, ormai datata, qualche problema lo aveva. Non era pianeggiante e piatta. Per questo l’amministrazione ha deciso di affidare i lavori. Ma qualcuno ha deciso che il “mandato” potesse essere stravolto a proprio piacimento. Il Rup del progetto, l’architetto Valeria D’Urso del comune di Potenza, presente in commissione, è sembrata arrampicarsi sugli specchi con risposte e giustificazioni confuse e contraddittorie. Giustificandosi e scaricando in qualche modo le responsabilità sul progettista “dimenticando” di essere il responsabile del procedimento. Alcuni consiglieri hanno incalzato e chiesto l’audizione anche del progettista e della ditta esecutrice dei lavori; che avrebbe dovuto smontare il basolato, ripristinarlo e reinstallarlo. Invece ha smontato la pavimentazione con mezzi inadatti che hanno compromesso l’interezza di molte basole vulcaniche, che probabilmente non potranno essere riutilizzate. Mentre le nuove basole sostitutive sarebbero già disponibili e pronte per essere installate. Tutto fa pensare che la reale intenzione è quella della sostituzione e non della manutenzione. Solo dopo la sollevazione popolare, dal comune, a quanto pare dietro la spinta della soprintendenza, hanno deciso la sospensione dei lavori e chiesto il parere, che avrebbero dovuto inoltrare prima; sia perchè lo impongono sentenze della cassazione sia per opportunità. Un lavoro in una delle piazze simbolo della città che a maggio ospita la parte conclusiva e cattolica della festa del patrono. Un luogo che avrebbe preteso una particolare attenzione e il coinvolgimento dei cittadini per ciò che rappresenta. Invece, sia la parte politica, sia quella tecnica ha inteso progettare e modificare, nella totale confusione e pressapochismo. Del resto a Potenza è evidente l’andazzo e la gestione dell’urbanistica negli anni. E’ sotto gli occhi di tutti a prescindere dalle amministrazioni politiche. Sembra esservi una “scuola” con radici profondere difficile da smantellare e cambiare.