UNA COMMISSIONE CONSILIARE SULLE AUTORIZZAZIONI PER I DEHOR

TANTE LE ANOMALIE, ABUSI E MANCATI CONTROLLI, IN ITINERE IL NUOVO REGOLAMETO
E’ stato convocato nell’apposita commissione il dirigente al patrimonio, Vito Di Lascio, per discutere dello stato dell’arte delle autorizzazioni per i dehor e per l’occupazione di suolo pubblico per le attività di somministrazione di bevande e cibi. Nel periodo della pandemia sono spuntati come funghi in ogni latitudine di Potenza. Il regolamento è carente e le interpretazioni sono, come spesso capita, lasciate al buon gusto di chi le gestisce, spesso in carenza delle necessarie competenze. Si suddividono in “permanenti, semi permanenti e provvisorie” Ne è venuto fuori che i controlli sono mancati, che alcuni  hanno installato strutture ancorandole al suolo senza la necessaria autorizzazione e che altri hanno occupato molto più suolo di quanto previsto. In attesa che l’iter del regolamento sia varato, cosa difficile data la vicina scadenza della legislatura, si è comunque preso coscienza del fatto che almeno i controlli sullo stato dell’arte, da parte della polizia locale, siano necessari. Anche in relazione agli orari date le continue rimostranze dei cittadini che lamentano schiamazzi, imbrattamenti notturni che impediscono il normale riposo. La vecchia gestione del corpo della Polizia ha sempre dato la parola che in relazione alle possibilità i controlli sarebbero stati fatti. Invece non è avvenuto; si è capito che l’attività  ha punito alcuni, mentre altri, pur se in luoghi visibili e sotto gli occhi di tutti, hanno gestito a loro convenienza. Anche gli stessi consiglieri, probabilmente consapevoli, hanno preferito “sorvolare” Hanno colpito in particolare quattro situazioni, tutte nel centro storico. Il  dehor in concessione davanti il museo Dinu Adamesteanu, in stato di semi abbandono e ancorato al terreno, cosa non possibile in mancanza delle autorizzazioni edilizie, della struttura in plastica in piazza Pignatari, che così come è cozza con l’ambiente circostante, del bar nella piazza del comune e del consiglio comunale, piazza Matteotti, già Piazza Sedile, che occupa illecitamente all’incirca il doppio dello spazio autorizzato. E poi  la struttura posta alle spalle della chiesa di San Michele. In questo caso il dirigente Di Lascio ha dimostrato di essere consapevole del vincolo che impedisce la copertura alla vista dei beni monumentali ma interpretandolo a suo modo: riguarderebbe il solo campanile e nella parte anteriore. Senza tener conto nella parte retrostante si impedisce la visuale sia del campanile sia delle tre absidi presenti, storico-monumentali, come sono presenti nel monumentale santuario di Anglona a Tursi, iper protette. E’ risultata evidente la mancata collaborazione continuativa e costante con la Soprintendenza, la presenza fra le fila dei dipendenti comunali di chi ha la qualifica necessaria per gestire l’aspetto congruenza delle autorizzazioni, degli arredi e delle strutture utilizzate, a un centro storico come quello di Potenza. Necessaria anche e soprattutto in fase di redazione del regolamento che deve dare le regole per l’utilizzo del suolo pubblico. Rimane un dato culturale che riguarda la storia e il buon gusto necessario.

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