TOTO’ PEPPINO E LA MALAFEMMINA “SUL PALCO DEL CONSIGLIO COMUNALE”
UNA RAPPRESENTAZIONE DEGNA DI UN FANTASIOSO SCENEGGIATORE
Il 19 settembre si è riunita l’assise comunale di Potenza nell’aula del consiglio a via Sauro. Un consiglio Kafkiano per molti aspetti. Fra le questioni scottanti, all’ordine del giorno, c’era la patata bollente della struttura per i pannelli fotovoltaici sulla terrazza dell’appartamento di proprietà del neo sindaco Vincenzo Telesca, che si affaccia sul Tempietto del Protettore della città: San Gerardo, in piazza Matteotti (già Sedile). Una storia che durante la campagna elettorale ha tenuto banco e a lungo. E’ intervenuta, di fretta e furia mai vista, anche la Polizia Locale, su pressione di qualcuno che ha tenuta alta l’attenzione; evidentemente principalmente per motivi elettorali; è sembrata più un’arma politica che di legalità. Una struttura autorizzata dagli uffici comunali nel 2022. Con qualche aggiustamento necessario al quale il neo sindaco ha chiesto una sanatoria post elezioni. All’interrogazione dell’ex assessore all’urbanistica, e altri, della precedente legislatura, Antonio Vigilante, ha risposto il suo successore: Enrico Torlo. Colui che durante la campagna elettorale, facendo parte dello schieramento che voleva l’attuale presidente del consiglio comunale, Pierluigi Smaldone, a sindaco, è stato fra i primi a sollevare il coperchio. L’ha definita addirittura “una bomba”, tale da poter provare a buttare giù, dal piedistallo dei favoriti alla carica di sindaco, Telesca. Ironia della sorte è stato proprio Torlo a decantare in consiglio la regolarità dell’opera, sulla base, l’ha letta per intero, a risposta dell’interrogazione, di una relazione del progettista della struttura. Sciolinando una infinità di normative e codicilli dei quali probabilmente in campagna elettorale non aveva contezza. Per giunta li ha presi interamente per buoni, oggi che è amministratore. La replica di Vigilante è stata evidentemente stizzita e da “professore” (pur avendo una laurea triennale in ingegneria); da prima sostenendo che potrebbe essere tutto regolare, aggiungendo che il regolamento urbanistico ha dei criteri più stringenti che non la consentono: la struttura sarebbe in qualche modo fuori contesto. Dimenticando, evidentemente, che l’assessore al settore, quando l’autorizzazione è stata rilasciata, era propri lui. I due assessori probabilmente hanno fatta propria la storia dello smemorato di Collegno, impenetrandosi interamente nel personaggio. Sono in molti a chiedere al sindaco Telesca, al di là del vuoto normativa nel quale si è infilato il progettista, a dimostrare davvero di tenere alla città e ai suoi prospetti, in particolare quello della piazza principale, delle istituzioni civili e religiose, non proseguendo nella realizzazione dell’opera che si presenta indubbiamente fuori contesto. Farebbe una bella figura e non deturperebbe quello scorcio di città.