INTERVENTO ADDOMINALE AL CROB: UN’INTUIZIONE PER ALCUNI, INUTILE PER ALTRI

E’ LA SOSTANZA CHE CONTA. NON LA PROPAGANDA

A leggere la notizia del Crob di Rionero, nel quale è stato eseguito un intervento innovativo, detto di rilievo mondiale, memore delle diverse “mistificazioni” provenienti da quell’ospedale (leggi qui), (e qui) è stato legittimo essere diffidente e approfondire l’argomento. Si tratta della presentazione “di un caso chirurgico inedito, al 43esimo congresso della Società Europea di Chirurgia Oncologica, che si è tenuto ad Anversa in Belgio. Una variante ad una tecnica nota. Il direttore dell’unità operativa di chirurgia addominale e mininvasiva dell’Istituto, Alessio Vagliasindi, ha illustrato la modalità ideata e messa in pratica per la prima volta al Crob su un paziente affetto da un tumore dell’intestino non resecabile. (…). Il paziente aveva una grande massa tumorale che ostruiva completamente il duodeno, inglobandolo. Lo stomaco conteneva sei chili di bile. La difficoltà consisteva nel trovare una tecnica chirurgica che si adattasse al caso particolare, consentendo al paziente di riprendere le proprie funzioni limitando allo stesso tempo il passaggio della bile nello stomaco, una situazione clinica estremamente invalidante” Questo intervento è stato presentato come di interesse dell’intera comunità mondiale della chirurgia oncologica. In effetti le considerazioni di alcuni chirurghi sono di diverso profilo. Il dottor Vincenzo Bottino, presidente dell’Acoi, chirurghi ospedalieri, ha preferito non commentare in attesa delle pubblicazioni scientifiche. Mentre altri chirurghi di esperienza lo ritengono un tipo di intervento banale e in qualche modo superfluo nella parte innovativa. C’è chi invece ritiene l’intuizione valida pur se di semplice esecuzione, che in qualche modo potrà aiutare il paziente a migliorare la sua qualità della vita. Insomma una volta tanto, sembra che dal Crob sia uscita una intuizione valida anche se, come è costume , è stata enfatizzata ad di là dell’utilità tecnica nella rarità casistica. Infatti non si tratta di una innovazione che risolve i problemi della chirurgia addominale ma può aiutare alcuni pazienti in quelle condizioni cliniche come nel caso di specie. La medicina ha bisogno di queste “intuizioni” non delle enfatizzazioni oltre misura che sfociano in propaganda. Intanto la comunità dei chirurghi resta in attesa di leggere i dettagli sulle riviste specializzate per avere una maggiore contezza sull’intervento.